martedì 29 settembre 2015

Let's talk about books: FLORENCE

TITOLO: Florence
AUTORE: Stefania Auci
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2015
CASA ED.: Baldini & Castoldi

"Tutti abbiamo bisogno di trovare un posto nel mondo.
Non si tratta solo di quattro mura, ma di braccia che ti stringono.
Di ricordi, di luoghi e persone cui possiamo affidare le nostre paure per far si che le custodiscano e ci aiutino a portarne il peso.
O a condividerlo, se necessario."
In questi primi giorni d'autunno, in cui il cielo sembra indeciso se trattenere a sé gli ultimi scampoli di un'estate ormai agli sgoccioli o rassegnarsi a far posto a nuvole colme di rinfrescante pioggia cosa c'è di meglio che lasciarsi cullare dalle parole di un buon libro magari accompagnato da una tazza di buon tè? Lo scenario è perfetto e io ho approfittato di queste pigre giornate settembrine per gustarmi Florence (pronuncia francese, mi raccomando!), il romanzo storico scritto da Stefania Auci e pubblicato solo qualche mese fa per la casa editrice milanese Baldini & Castoldi. Mi sono lasciata trasportare dalla storia e sono approdata alla torrida estate del 1914, un'estate calda non solo perché la nostra penisola è da sempre terra prediletta dai raggi del sole ma perché, come ben sappiamo, l'intera Europa, e non solo, era in pieno fermento: la Prima Guerra Mondiale era scoppiata e l'Italia, solita indecisa, stava affacciata alla finestra ad osservare prima di scegliere se gettarsi o meno in quella carneficina. La decisione avrebbe richiesto un anno ma alla fine l'interventismo che vedeva nella Grande Guerra l'occasione per reclamare le città "irredente", Trento e Trieste ancora in mano all'Austria, avrebbe avuto la meglio e l'Italia avrebbe anch'essa aggiunto alla conta, altissima, dei morti il suo pesantissimo tributo.
Florence dunque apre la sua narrazione facendo luce su un contesto storico altamente precario, il dibattito politico è continuo e fitto sebbene a noi lettori arrivi solo una sua distante eco. La situazione politica e sociale agisce da trama in cui intessere l'ordito della vita dei vari personaggi, infatti quello che risalta maggiormente è il grande affresco della vita quotidiana che risente ma non troppo degli eventi dell'altra storia, quella con la maiuscola, che poi verrà narrata nei manuali scolastici.
Protagonista è il giovane giornalista Ludovico Aldisi, self made man del XX secolo: bello, colto e soprattutto intraprendente, pronto a sfruttare ogni conoscenza utile per tentare quell'ascesa sociale da sempre inseguita per ripagare anni di umiliazioni e sacrifici, infatti pur provenendo da una famiglia umile è riuscito a laurearsi e a entrare nei circoli della Firenze bene. È qui che ha conosciuto Claudia, la sua amante, che ha trovato in lui la consolazione con cui affrontare una vita fatta di delusioni, con un marito violento al suo fianco, ulteriormente inacidito dall'incapacità della donna di dargli un erede. La vita di Ludovico sembra quindi vicina alla perfezione, un'ultima spinta verso una carriera giornalistica di successo potrebbe dargliela proprio la guerra, da fervente interventista qual è, reputa infatti necessario partire per la Francia per avere la possibilità di raccontare in presa diretta il conflitto con la speranza che i suoi articoli spostino l'ago della bilancia a favore dell'intervento italiano. Ma Ludovico non sembra aver fatto i conti con il destino che gli mette davanti le opinioni e posizioni di coloro che invece la guerra non la vorrebbero: il giovane infatti incontra per caso il suo vecchio amico dei tempi dell'università con cui aveva perso ogni contatto, Dante Ducceschi, convinto pacifista. Riallacciare i rapporti con il vecchio collega significa per Ludovico rincontrare il vecchio professore di letteratura francese, Giuseppe Laurenti, e soprattutto, fare la conoscenza con la giovane figlia di lui, Irene, una ragazza spigliata, uno spirito libero con una forte voglia di un'indipendenza accettabile nella più "libertina" Francia, dove la ragazza è cresciuta, che nell'Italia dei primi del '900. Irene e Ludovico non si piacciono, sono troppo diversi eppure un legame sembra essersi istantaneamente creato ed è sicuramente uno dei punti forti del romanzo quello di non aver voluto indulgere in un rapido innamoramento dei due ma aver anzi sviluppato il rapporto nel corso di tutta la vicenda per poi chiudere degnamente le fila nelle ultime pagine, una chiusura che non appare frettolosa e scontata proprio perché l'innamoramento dei due protagonisti viene centellinato e rilasciato a piccole dosi, cresce a poco a poco in loro proprio come a poco a poco si sviluppa nella mente del lettore.
Ma il racconto di Florence non si svolge solo nei salotti della città toscana, Ludovico ha la possibilità di partire per il fronte belga in cui francesi e truppe britanniche stanno combattendo contro il nemico tedesco. Quella di Ludovico sarà una discesa negli inferi, come tutti coloro che credevano che la guerra fosse necessaria, "sola igiene del mondo" come urlavano a gran voce i Futuristi, il giovane si renderà conto che la guerra "a parole" è molto diversa rispetto a quella combattuta nei fangosi campi di battaglia e risalterà la follia di un mondo che si è gettato a capofitto in quello che doveva essere una scaramuccia di pochi mesi e che invece ha portato alla devastazione di un'intera generazione. Ma l'Italia ancora non sa e non crederà finché non avrà toccato il dolore e la sofferenza con le proprie mani. Gli scenari di guerra sono tratteggiati con rapide pennellate, non ci si dilunga in descrizioni particolareggiate dei luoghi e delle varie offensive, bastano poche parole che comunicano lo stesso smarrimento provato da un Ludovico che si scopre profondamente impreparato di fronte a una situazione di tali proporzioni il cui carico emotivo da trasmettere al lettore è tutto sulle spalle del capitano Jasper Freeman, valoroso scozzese, prode combattente che ha una visione molto chiara sulla guerra che si appresta a combattere e sulle sue brutture, non si risparmierà, fedele al motto che "dulce et decorum est pro patria mori", ma nemmeno eleverà la guerra a unica possibile soluzione di tutte le dispute tra stati.
Terminata l'esperienza sulla Marna, un'esperienza fatta di sangue, dolore e morte, Ludovico rientra a Firenze e torna inevitabilmente cambiato ma senza il coraggio di dar voce a quanto visto al fronte; è il cambiamento più evidente all'interno del romanzo, l'aver documentato direttamente l'esperienza bellica porta ad una variazione radicale del punto di vista sulla stessa e Ludovico si fa rappresentante di tutti coloro che hanno compreso a fondo la portata del conflitto solo dopo averlo vissuto, cancellando così ogni romantico sogno su una guerra quasi circondata da un alone di eroismo da vecchio romanzo cavalleresco. È qui che il racconto si fa prettamente italiano con l'azione che si svolge tra la città toscana e le colline del Chianti, e dove centrale è il rapporto tra Ludovico e Irene che ormai si sono accorti che il loro astio non è altro che un modo per mascherare un sentimento nettamente opposto. L'amore sboccia ma è complicato da un tragico evento che dona al romanzo una godibile impronta thriller che ci porta alla fine della storia, dove tutto si risolve quando, terminata la guerra, l'Italia sta riprendendosi dal tremendo sforzo bellico.
Florence ci fa trascina all'interno di una storia godibilissima, che si legge tutta di un fiato non per eccesso di banalità come adesso spesso accade (purtroppo!) ma perché Stefania (mi permetto di chiamarla per nome) ci ha regalato dei personaggi che restano con noi, diventano nostri amici e come tali siamo interessati a ciò che succede loro. Forse era possibile soffermarsi ancora un po' sulla Grande Guerra, scavare ancora più a fondo, mostrare di più delle ragioni dei due gruppi in cui era divisa l'Italia dell'epoca, interventisti e pacifisti, le cui ragioni sono sintetizzate solo dagli scontri verbali di Dante e Ludovico, le uniche due voci preminenti all'interno del romanzo sull'acceso dibattito pro/contro la guerra. Spicca invece l'analisi interessante sulle dinamiche di classe in un'Italia in cui il luogo e la famiglia in cui si è nati hanno ancora un peso importante, in cui ci si aspetta che ognuno segua il percorso già tracciato e dove invece agiscono da elementi perturbatori dello status quo parecchi personaggi.
Va fatta particolare menzione dei personaggi femminili attraverso cui ci viene descritta la condizione della donna nei primi decenni del '900 in Italia, tre sono quelli fondamentali e ognuno di essi sviluppa un diverso archetipo moderno: le già citate Irene, quasi una "proto-suffragetta" che aspira ad una condizione sociale meno vincolata e più libera, e Claudia, fintamente indipendente ma in realtà ingabbiata in un matrimonio sbagliato, e infine Luciana, la sorella di Dante, sempre pronta a compiere il proprio dovere.
In definitiva in Florence i venti di guerra soffiano lontani mentre potenti sono le procelle che si abbattono nella vita quotidiana e fondamentali sono gli incontri/scontri tra i personaggi veri motori dell'azione nel romanzo.
Non mi resta che complimentarmi con l'autrice che ci ha regalato un primo romanzo storico certamente notevole, attenderò fiduciosa i successivi!

Nessun commento:

Posta un commento

E tu cosa ne pensi?