mercoledì 20 settembre 2017

Let's talk about books: CHIAMAMI COL TUO NOME

TITOLO: Chiamami col tuo nome
TITOLO ORIGINALE: Call me by your name
AUTORE: André Aciman
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 19 gennaio 2017 (prima ed. 23 gennaio 2007)
CASA ED.: Guanda

"Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome."
È mia abitudine quando un romanzo diventa un caso letterario o semplicemente è molto chiacchierato sui social, tenermene a debita distanza almeno fino a quando la marea montante non sarà passata in modo da potermi godere e valutare il libro per quello che è, senza lasciarmi influenzare, positivamente o negativamente, dal chiacchiericcio che gli si è creato intorno. Eppure non sempre riesco, a volte la curiosità ha la meglio, vince e mi lascio trascinare nella discussione del momento. 
Questo è accaduto con Chiamami col tuo nome, romanzo di esordio di André Aciman, autore americano ma nato ad Alessandria d'Egitto. Il libro al momento è sulla bocca di tutti perché ne è stato tratto un film che in questo momento sta ancora girando per vari festival cinematografici e che purtroppo non ha ancora una distribuzione italiana. La trama è molto semplice: la storia è raccontata in prima persona da Elio, che all'epoca dei fatti narrati ha diciassette anni, ragazzo introverso e con la passione per la letteratura e la musica che è solito trascorrere le vacanze estive nella villa di famiglia sulla riviera ligure. La famiglia, il padre è uno stimato professore, è solita accogliere ogni anno uno studente straniero per permettergli di approfondire la lingua o lavorare ai propri progetti aiutati proprio dal padre di Elio. In una di queste estati arriva Oliver, ventiquattrenne americano, simpatico e spigliato che si fa subito ben volere da tutti, anche da Elio che nonostante sia solito considerare l'arrivo di questi studenti come poco più di una scocciatura, stavolta non può che rimanerne subito affascinato, questa fascinazione crescerà fino a trasformarsi in un amore molto profondo e sentito. Il romanzo, diviso in quattro parti, ci accompagna in questa storia d'amore e di scoperta che pur svolgendosi in poche settimane è destinata a lasciare un'impronta duratura, con esiti diversi, su entrambi i protagonisti.

lunedì 18 settembre 2017

Let's talk about books: GIULIANO

TITOLO: Giuliano
TITOLO ORIGINALE: Julian
AUTORE: Gore Vidal
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 26 gennaio 2017 (prima ed. 1964)
CASA ED.: Fazi Editore

Quando veniamo al mondo, ci tocca un posto nel tempo, proprio come ci toccano due occhi: e che siano deboli, forti, limpidi, o miopi, non ci è dato sceglierlo. Ebbene, questa è davvero un'epoca miope e strabica. Per fortuna, quando la maggioranza vede storto, nessuno ci fa più caso - anzi, è la visione perfetta ad essere giudicata anormale.
La copertina della nuova edizione Fazi.
Quella di Giuliano è una figura quasi marginale, che difficilmente si può sentire nominare se viene chiesto di elencare i nomi di alcuni imperatori romani, il pensiero infatti corre soprattutto alle figure ben più note di Augusto, Nerone, Adriano o Marco Aurelio. La sua figura però si colloca in un momento particolare della storia romana ovvero in quel periodo in cui il Cristianesimo stava per finire di consolidare la sua egemonia e il suo potere, non sorprende dunque che quando l'imperatore decise di restaurare il culto degli dei e arginare così la marea cristiana che andava montando, nella speranza di vedere rifiorire l'età dell'oro dell'impero romano, si sia guadagnato a causa di ciò l'appellativo di "apostata", ovvero rinnegatore del proprio credo. Evidentemente la figura rivoluzionaria ma anche profondamente tragica di Giuliano deve aver ispirato una certa curiosità anche in Gore Vidal, che nel 1964, dopo anni di ricerche e duro lavoro, dà alle stampe il suo romanzo sulla vita di questo imperatore. Che il libro abbia richiesto una mole di lavoro non indifferente è d'obbligo puntualizzarlo, dato che lo stesso autore nell'introduzione prima e nella nota dopo, tiene molto a spiegare che sebbene siamo in presenza di un romanzo, di un testo narrativo che non si esime dall'adattare la realtà storica alla finzione romanzesca, tuttavia un ampio lavoro di ricerca delle fonti è stato svolto minuziosamente:, sono state infatti vagliate sia le opere scritte dallo stesso Giuliano ma anche i resoconti di Ammiano Marcellino, le orazioni di Libanio e di Gregorio di Nazianzio, fino ad arrivare alle analisi storiche relativamente più recenti di Edward Gibbon. Il corredo storico quindi è di tutto rispetto, ma Vidal non si accontenta e decide di rendere più autorevole la narrazione stessa utilizzando come personaggi due intellettuali dell'epoca in cui visse l'imperatore, infatti il romanzo si apre con uno scambio epistolare tra il già citato Libanio, che vorrebbe pubblicare una biografia di Giuliano ormai defunto da sedici anni, e Prisco, personaggio molto vicino all'imperatore e che ha dunque vissuto in prima persona molti degli avvenimenti narrati, inoltre è in possesso del carteggio personale di Giuliano che si compone di una raccolta delle res gestae dell'imperatore dettate a un segretario e un diario personale scritto invece di proprio pugno da Giuliano. 

venerdì 21 luglio 2017

Let's talk about books: ATENE, CANNELLA E CEMENTO ARMATO

TITOLO: Atene, cannella e cemento armato
AUTORE: Patrizio Nissirio
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 30 giugno 2017
CASA ED.: Giulio Perrone Editore

"Non troverai altre terre, 
non troverai altri mari.
Ti verrà dietro la città.
Per le stesse strade girerai.
Negli stessi quartieri invecchierai; 
e in queste stesse case imbiancherai. 
Finirai sempre in questa città. 
Verso altri luoghi - non sperare - 
non c'è nave per te, non c'è altra via." 
Costantino Kavafis, La Città


Quando mi è stato chiesto di leggere e poi recensire questo libro è bastato il riferimento alla città di Atene per farmi accettare. Le suggestioni che questa città richiama sono molte, ma tutte si collocano nell'antichità: ho studiato al classico ed è quasi scontato che dicendo Grecia si evochino immagini di battaglie, falangi oplitiche, grandi generali, la nascita della democrazia e la filosofia dei grandi pensatori ellenici. Sembra quasi che per me la Grecia sia relegata ad un passato mitico fatto di templi e numerose divinità sempre pronte a bisticciare tra di loro, oltre che ricordarmi le numerose ore passata a tradurre versioni! Eppure sappiamo molto bene che la Grecia non è solo storia ma è anche una realtà, gli ultimi anni ce lo hanno dimostrato, tragicamente, quando bastava accendere la tv per sentire parlare di manifestazioni, duri scontri, debito pubblico, problemi con l'Unione Europea e una popolazione ormai allo stremo delle forze.
È proprio all'intersezione tra antichità e modernità che si inserisce Atene, cannella e cemento armato, il volume edito da Giulio Perrone Editore e scritto da Patrizio Nissirio, giornalista Ansa che ha trascorso moltissimo tempo in Grecia, soprattutto nella sua capitale, Atene, e pur mostrando un dovuto rispetto per il passato della culla della civiltà occidentale, la sua riflessione si basa tutta sul presente difficile di questa nazione, sulle sue trasformazioni, i suoi crolli e le sue rinascite. A fare da fil rouge tra le varie riflessioni dell'autore le numerose ma non fastidiose citazioni di libri di autori greci contemporanei, soprattutto dei gialli di Màrkaris che si dimostrano ottimi nella loro funzione di cartina tornasole e ci danno un assaggio di ciò che Atene è oggi attraverso le avventure del commissario Charitos, collega greco del siciliano Montalbano.

sabato 10 giugno 2017

Let's talk about books: UNA MARINA DI LIBRI 2017



Dall'otto all'undici giugno ritorna Una Marina di Libri, il festival letterario che si propone di far conoscere ad un pubblico sempre più ampio libri, fumetti, saggi che hanno come comune denominatore l'essere pubblicati soprattutto da case editrici indipendenti.
L'evento, giunto alla sua ottava edizione, anche quest'anno ha potuto usufruire della magnifica cornice offerta dall'Orto Botanico di Palermo, riproponendo così quella magica commistione tra letteratura e natura per il secondo anno consecutivo.
Tema della quattro giorni dedicata ai libri e alla lettura è l'educazione, moltissimi infatti gli eventi e gli stand dedicati alla letteratura per bambini e ragazzi, l'intero, ricchissimo, programma è consultabile su internet all'indirizzo unamarinadilibri.it, oppure in formato cartaceo che è possibile reperire direttamente negli info point presenti all'ingresso.
Da brava appassionata lettrice, come l'anno scorso, ho deciso di visitare gli stand espositivi il primo giorno della manifestazione. Due le costanti: il piacere nel vedere una partecipazione così ampia di editori e di pubblico, già poco dopo l'inaugurazione i vari viali dell'Orto erano gremiti di persone che curiosavano qua e là e in più di uno stand era necessario attendere qualche secondo prima di poter avere la visuale libera sui volumi esposti. Dunque se i ritmi si manterranno tali, non è azzardato affermare che anche quest'anno Una Marina di Libri sarà un successo, infatti sarebbe un segnale decisamente positivo se si raggiungesse nuovamente la cifra di 10.000 libri venduti, cifra che l'anno scorso ha stupito positivamente un po' tutti.
Altra costante, dicevo, questa volta del tutto personale, è l'idea ormai trasformatasi in certezza che prima di recarsi a visitare gli stand sia necessario accendere un mutuo e magari comprare una libreria nuova, infatti ho visto tantissimi libri interessanti, avrei sicuramente voluto acquistare di più e, altro fattore secondo me positivo, ho notato una cura sempre maggiore non solo per i contenuti, fondamentali, ma anche per quanto riguarda la parte grafica, dopotutto è risaputo che i libri hanno anche una componente tattile ed estetica che non deve essere ignorata. Quindi personalmente ho molto gradito le proposte di Splen Edizioni che oltre ad una collana dedicata ai Miti in Sicilia, colpisce per i suoi romanzi che riportano titolo e autore solamente nella quarta di copertina, proprio per esaltare gli straordinari disegni sulla prima.


Altra casa editrice che pone molta cura nella scelta delle copertine dei suoi libri è la Coazinzola Press, ad attirare la mia attenzione è stato soprattutto il romanzo "Dietro l'arazzo" di Lenny Mcgee che racconta la storia e la vita di Thomas Shelton, il primo traduttore del Don Chisciotte, ben presto la biografia si fa anche pretesto per una riflessione sul ruolo del traduttore e l'importanza delle traduzioni stesse. Si tratta sicuramente di un titolo da tenere in considerazione per il futuro. Anche i simpatici libri da spedire dell'editore L'Orma meritano di essere citati, così come le loro raccolte dei racconti di Hoffmann.


Ad allungare ulteriormente la mia wishlist hanno provveduto poi la Marcos y Marcos con "La vedova Van Gogh" di Camilo Sànchez, un titolo che incuriosirà tutti gli estimatori del pittore olandese. Per rimanere nell'ambito della pittura e delle arti cito "La bambola di Kokoschka" di Alfonso Cruz edito da La Nuova Frontiera e i bellissimi volumi della Kalós (omen nomen!) Edizioni d'Arte al cui stand ho acquistato "Palazzi e giardini dei Re normanni di Sicilia" di Vittorio Noto (prezzo di copertina 15€ ma viene applicato uno sconto del 15%). Ho anche adocchiato il prossimo libro da comprare, ovvero Palermo Normanna di Ferdinando Maurici... si, chi mi conosce almeno un po' sa che la dominazione normanna in Sicilia è uno dei mii periodi storici preferiti dunque non perdo mai l'occasione per imparare qualcosa di nuovo sulla casata degli Altavilla. Segnalo, soprattutto per i non palermitani, il volume-guida "Itinerario Arabo-Normanno" dedicato a tutti quei monumenti che recentemente sono stati inseriti tra i patrimoni dell'Unesco.
Consiglio poi di fare un salto allo stand di NN Editore che non solo ha un catalogo ricco di titoli interessanti (Kent Haruf e "La fine dei Vandalismi" di Tom Drury sembrano meritare parecchio) ma la gentilissima signora dello stand permette di fare incetta dei bellissimi segnalibri che ripropongono le copertine dei loro volumi di maggior successo. Ammetto che dei segnalibri dedicati a "Le nostre anime di notte" ne ho presi ben due... ops!
Altro stand in cui ho fatto acquisti è quello della Fazi, inutile fare un elenco dei tantissimi autori pubblicati, dirò solo che è impossibile non trovare un libro che non stuzzichi la nostra curiosità. Io, finalmente, dopo averlo tanto cercato, ho preso "Giuliano" di Gore Vidal, autore americano molto apprezzato che ha pubblicato numerosi romanzi e saggi. "Giuliano" è una biografia romanzata dedicata all'imperatore romano che ha tentato, in un periodo storico in cui il cristianesimo era ampiamente praticato ed era riconosciuto come religione di stato. di riportare in auge i culti pagani, per questo motivo passerà alla storia come Giuliano l'Apostata.
Di apostasia credo di essermi macchiata anche io quando ho candidamente ammesso di non aver ancora letto "Stoner" di John Williams (per scoprire l'antefatto basta leggere il post dell'anno scorso), temo che se non avrò colmato questa lacuna entro la prossima edizione di Una Marina di Libri non mi sarà nemmeno concesso di avvicinarmi allo stand Fazi, e a ragione probabilmente!
Infine ho concluso il mio giro visitando gli stand della Iperborea in cui i libri sul mare la facevano da padroni, richiamando così indirettamente il nome stesso della manifestazione. Da menzionare i volumi da storia di 21 Editore, Laterza, dell'Officina di Studi Medievali e quelli dedicati alla filologia e alla linguistica del Centro Studi Filologici e Linguistici Siciliani dell'Università di Palermo (che è anche partner dell'evento).
In conclusione, ancora una volta, non posso che promuovere e lodare l'iniziativa, attendendo già la prossima edizione a cui sicuramente gioverà l'elezione della città di Palermo a Capitale della Cultura 2018, si prospetta già come un evento a cui non mancare.

Cataloghi, segnalibri e i volumi da me acquistati

Le foto sono state scattate da me, si prega quindi di non riutilizzarle senza citare la fonte, cioè questo blog.

lunedì 22 maggio 2017

Let's talk about books: MILK AND HONEY

TITOLO: Milk & Honey
AUTORE: Rupi Kaur
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 6 Ottobre 2015
CASA ED.: Andrews McMeel Publishing

Ho sentito parlare di questa raccolta di poesie, Milk & Honey, in lungo e in largo, praticamente bastava aprire twitter, youtube, una pagina internet qualsiasi e ci si ritrovava faccia a faccia con questo volume. 
Lodi 
sperticate
ovviamente
ho
voluto
leggerlo.
...Il demone dell' "a capo" si è impossessato anche di questa recensione. Ma al di là di ogni facile ironia e banale semplificazione il problema delle frequenti "spezzettature" dei versi non sarebbe nemmeno un problema così grave se l'autrice di fosse data la pena di rispettare almeno le regole base della punteggiatura, perché quando si scrive, ci piaccia o meno, è necessario creare dei confini di demarcazione tra parole, frasi, concetti anche solo per renderli comprensibili a chi legge. Le virgole e gli spazi non sono messi lì ad abbellire un testo con i loro ghirigori, hanno una funzione.
Rupi 
Kaur 
invece 
se 
ne 
frega.

giovedì 18 maggio 2017

Let's talk about books: IO VENIA PIEN D'ANGOSCIA A RIMIRARTI

TITOLO: Io venia pien d'angoscia a rimirarti
AUTORE: Michele Mari
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 24 Maggio 2016 (prima ed. 1990)
CASA ED.: Einaudi

"O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle 
Io venia pien d'angoscia a rimirarti"

Le fregature che mi sono capitate ogniqualvolta ho deciso di leggere qualche libro dedicato ad un personaggio famoso del mondo delle arti ormai non si contano più, quindi non c'è da meravigliarsi se mi sono avvicinata al testo di Michele Mari con circospezione, proprio come farebbe un lupo prima di avventarsi sulla sua preda. In realtà le cosiddetta preda si è rivelata parecchio mansueta e si è fatta mangiare in un sol boccone con piena soddisfazione di questo avido lupo-lettore.
La "preda", ma ora potremmo tornare a chiamarla con il nome più adatto, ovvero libro, è composta da 150 pagine, una lettura veloce ma non banale, che cattura il lettore e lo spinge ad andare avanti nonostante lo stile ricco e giocosamente ampolloso del testo, vivendo un'avventura che rimane solo sussurrata, mai totalmente spiegata ma che non può fare a meno di lasciare un sorriso divertito sul viso a lettura ultimata. Perché Io venia pien d'angoscia a rimirarti è un divertissement che prova a spiegare la profonda fascinazione che Leopardi aveva per la Luna mescolando erudizione e fantasia, spiegazioni filologiche accurate e racconti popolari, miti e leggende calati sullo sfondo di un romanzo gotico.

martedì 16 maggio 2017

Let's talk about books: IL VALZER DEGLI ALBERI E DEL CIELO

TITOLO: Il valzer degli alberi e del cielo: l'ultimo amore di Van Gogh
TITOLO ORIGINALE: La valse des arbres et du ciel
AUTORE: Jean-Michel Guenassia
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 18 Aprile 2017
CASA ED.: Salani

"Detesto ciò che dipingo ma sono incapace di fare di meglio. Vorrei tanto avere la libertà di un Delacroix o di un Tintoretto, ma non mi intendo proprio di gradazione della luce e accostamento delle sfumature, non sono in grado di comporre né di creare niente di bello. Eccello nel copiare i maestri, i miei Raffaello sembrano veri e faccio un Fragonard dietro l'altro. Riproduco con facilità ciò che vedo. Sono un'imitatrice nata ma personalmente non esisto. Ecco il mio problema, riconosco le cose belle ma non riesco a inventare niente."

Chi lo sa, forse un giorno si smetterà di utilizzare una delle figure artistiche tra le più importanti del globo terraqueo per bieche operazioni di marketing e, se proprio se ne vorrà parlare, si eviterà di trasformare la sua arte, la sua poetica e la sua malattia in scialbi concetti degni di non figurare nemmeno nei bigliettini di quei famosi cioccolatini prodotti a Perugia.
Monsieur Guenassia sicuramente non è riuscito nel suo intento, o forse sì. Mi spiego. Se lo scopo del suo romanzo era fornire una rilettura della vita di Van Gogh, romanzando qualche tratto ma tuttavia restituendo tutta la forza comunicativa della sua arte e della sua mente allora mi dispiace dire che siamo davanti ad un clamoroso buco nell'acqua. Ma se l'intento dello scrittore era quello di ingolfare un mercato editoriale già saturo dell'ennesimo romanzetto d'amore pure un po' complottista allora chapeau! Operazione riuscita!
Si, perché il romanzo "sull'ultimo amore di Van Gogh", come recita il sottotitolo, non è altro che un'accozzaglia nemmeno tanto bene amalgamata di teorie cospiratorie, blandi richiami alla condizione femminile nella Francia di fine '800 e una storia d'amore che invece di appassionare lascia del tutto indifferenti. Inoltre il protagonista/non-protagonista, dato che il romanzo è narrato in prima persona da Marguerite, la figlia dell'arcinoto Dottor Gachet, avrebbe potuto essere Van Gogh, il vicino di casa dello scrittore, un'entità astratta e nell'economia del romanzo non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Nessuno pretendeva che ci si lanciasse in ardite spiegazioni e descrizioni dell'opera del pittore olandese ma qualche concetto che riuscisse a dare un po' di profondità al personaggio magari si. E invece ecco qui un Van Gogh con la stessa profondità di una pozzanghera che della sua arte non sa dire altro che "non lo so" aggiungendo un'immancabile alzata di spalle.

lunedì 30 gennaio 2017

Let's talk about books: IO & MABEL

TITOLO: Io e Mabel, ovvero l'arte della falconeria
TITOLO ORIGINALE: H is For Hawk
AUTORE: Helen Macdonald
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2016 (prima ed. 2014)
CASA ED.: Einaudi
Copertina dell'edizione italiana Einaudi
Recentemente ho fatto un esame di filologia romanza: si saluta il latino, arrivano le lingue romanze, iniziano a scriversi poemi epici, liriche cortesi e soprattutto romanzi. A farne da padrone non sono solo eteree fanciulle, bellissime ma dal cuore duro e impossibile da conquistare che cavalieri bravi e coraggiosi si contentano di ammirare e amare da lontano; ma tanti, tantissimi spunti sono offerti dalla tradizione orale, dai miti, dalle leggende e se si dice leggenda si pensa a Re Artù, ai suoi cavalieri e alla sua tavola rotonda. Tutto molto interessante e sublime, forse anche un po' pesante, chi leggerebbe versi su versi scritti in lingue ormai incomprensibili che parlano di Artù, della sua sposa Ginevra e dell'amante di lei, l'aitante Lancillotto
Si, nessuno tranne me. 
Domanda sbagliata. 
Ricominciamo. 
Diciamo allora che le cose iniziano a farsi interessanti quando si scopre per caso che uno dei cartoni che più ho amato durante l'infanzia (ma anche l'adolescenza, l'età adulta e presumibilmente così sarà anche nella vecchiaia), La Spada Nella Roccia capolavoro Disney targato 1963, è tratto da uno dei libri che compongono un corposo romanzo dal titolo altisonante e significativo: The Once And Future King, riprendendo l'iscrizione sulla tomba (presunta) di Re Artù: "hic iacet arthurus rex quondam rexque futurus" ovvero "qui giace Artù, re una volta e re in futuro" traslitterato in italiano come Re in Eterno, e scritto dall'inglese Thomas Hanbury White. Forte è la voglia di leggere il romanzo non fosse che in italiano è praticamente introvabile, perciò questo desiderio è stato sepolto in un cassetto della mia memoria e lì è rimasto, almeno fino a quando, un po' per caso un po' perché il romanzo è stato pubblicizzato e chiacchierato in lungo e in largo, sono incappata in questo piccolo memoriale dal titolo H Is For Hawk, in italiano: Io e Mabel, ovvero l'arte della falconeria. Il fatto che il racconto di Helen Macdonald, l'autrice, si intrecciasse con quello di White e del suo The Goshawk (L'Astore, recentemente ripubblicato da Adelphi) ha risvegliato la mia curiosità, andando a solleticare il mio amore per le vecchie leggende e la fascinazione per una disciplina tanto antica quale è la falconeria.
T.H. White, come usava firmarsi, di professione faceva lo scrittore e per un certo periodo anche l'insegnante ma la sua vera passione, oltre alla leggenda arturiana, era la natura e in particolare la falconeria, nobile e antichissima arte. Ed è questo il punto d'incontro in cui si incrociano le esistenze di due scrittori per diletto ma soprattutto di due astori e di due solitudini.

venerdì 27 gennaio 2017

Meravigliosa-Mente (l'angolo della poesia) - 27 gennaio, Giornata della Memoria

Fuga di morte

"dein goldenes Haar Margarete" - Anselm Kiefer

Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte
beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti

Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete
lo scrive e va sulla soglia e brillano stelle e richiama i suoi mastini
e richiama i suoi ebrei uscite scavate una tomba nella terra
e comanda i suoi ebrei suonate che ora si balla

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino, al meriggio ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti

Egli urla forza voialtri dateci dentro scavate e voialtri cantate e suonate
egli estrae il ferro dalla cinghia lo agita i suoi occhi sono azzurri
vangate più a fondo voialtri e voialtri suonate che ancora si balli

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al meriggio e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca coi serpenti
egli urla suonate la morte suonate più dolce la morte è un maestro tedesco
egli urla violini suonate più tetri e poi salirete come fumo nell’aria
e poi avrete una tomba nelle nubi lì non si sta stretti

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al meriggio la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e al mattino beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
egli ti centra col piombo ti centra con mira perfetta
nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
egli aizza i suoi mastini su di noi ci dona una tomba nell’aria
egli gioca coi serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco

i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith
Paul Celan (1920 - 1970)

"dein aschenes Haar Sulamith" - Anselm Kiefer

martedì 10 gennaio 2017

Let's talk about books: IL SOCCOMBENTE

TITOLO ORIGINALE: Der Untergeher
AUTORE: Thomas Bernhard
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2012 (prima ed. 1983)
CASA ED.: Adelphi
"Noi diciamo una parola e annientiamo un essere umano senza che questo essere umano da noi annientato, nel momento in cui pronunciamo la parola che lo annienta, abbia cognizione di questo fatto micidiale."
Dato che quest'anno la mia reading challenge è programmata su cinquanta libri ho pensato bene di mettermi subito all'opera, arrivando persino ad ignorare che oltre alle letture di piacere ci sarebbero anche i libri dell'università che domandano la loro giusta dose d'attenzione ma questo è un altro discorso... dicevo, se anche quest'anno voglio arrivare all'obiettivo prefissato bisogna darsi da fare e per facilitarmi un po' il compito in questi primi giorni del 2017 ho pensato di dedicarmi ad un romanzo di poche pagine, quindi veloce da leggere, ma denso dal punto di vista di trama e temi trattati, la mia scelta è stata dunque Il Soccombente di Thomas Bernhard, scrittore austriaco scomparso ventisette anni fa. 
Ad attirarmi è stata soprattutto la trama che trattando di rivalità musicali mi ha subito riportato alla mente uno dei miei film preferiti, quell'Amadeus di Milos Forman, e lo scontro tra l'invidioso Salieri e Mozart, genio musicale forse troppo ingenuo. Pur rimanendo in Austria, anche se nulla è rimasto del fasto della corte viennese e  la meravigliosa (ma questo è un parere personale)  Vienna, e insieme a lei tutta l'Austria, è descritta come una grigia e anonima città abitata da altrettanto grigi e anonimi abitanti. Si rinuncia ad ogni ipotesi di complotto e la stessa rivalità tra musicisti è appena abbozzata, anzi è del tutto inesistente perché quando il genio ci si presenta in modo così eclatante l'unica soluzione sembra essere la rinuncia ad ogni tentativo di sfidarlo o distruggerlo, qui infatti a soccombere non è il Mozart della situazione ma colui che si rende conto di non poter mai arrivare a tali livelli di perfezione che preferisce rinunciare e soccombere. Siamo negli anni '50, quando nel Mozarteum di Salisburgo tre giovani aspiranti musicisti frequentano le lezioni di Horowitz e stringono amicizia tra loro, niente di più comune ed usuale non fosse che uno di questi tre giovani musicisti è Glenn Gould, virtuoso del pianoforte che in breve tempo verrà riconosciuto come assoluto genio musicale e interprete sopraffino, soprattutto delle complicate e bellissime Variazioni Goldberg, composte da Bach per allietare le lunghe notti di un conte che soffriva di una terribile insonnia. 

martedì 3 gennaio 2017

Let's talk about books: IL GATTOPARDO

TITOLO: Il Gattopardo
AUTORE: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2006 (prima ed. 1958)
CASA ED.: Feltrinelli
"Il sole [...] si rivelava come l'autentico sovrano della Sicilia: il sole violento e sfacciato, il sole narcotizzante anche, che annullava le volontà singole e manteneva ogni cosa in una immobilità servile, cullata in sogni violenti, in violenze che partecipavano dell'arbitrarietà dei sogni."
Cinquantesimo libro di questo 2016 e non poteva esserci libro migliore per arrivare al traguardo. 
Un romanzo breve che però riesce a condensare in poche pagine un lungo lasso di tempo (dal 1860 si scivola fino al 1910) e a racchiudere tutto il sentimento e le sensazioni di un'epoca. 
Le vicende dell'ultimo dei Salina, il Principe Fabrizio, l'ultimo Gattopardo rappresentante di quella dinastia borbonica che sta vivendo gli ultimi singulti del proprio dominio, diventa il mezzo attraverso cui raccontare il passaggio dell'Italia da mera espressione geografica, come ebbe a definirla Metternich, a Stato unificato. Al suo centro vi è ovviamente un'aristocrazia ormai in declino che ha visto le sue ricchezze volar via come rondini che sono andate a posarsi tra i rami novelli di una nascente borghesia, volgare forse ma pronta a trarre ogni vantaggio dalle occasioni che le si presenteranno. La nobiltà è invece preoccupata che il cambiamento in atto possa portare ad una disastrosa perdita di potere e privilegi ma come nota l'astuto Tancredi, nipote del protagonista, per far sì che tutto rimanga com'è bisogna che tutto cambi: è così nel romanzo, è (purtroppo) anche così nella storia della nazione, almeno per chi avrà la voglia e la forza di far buon viso a cattivo gioco, con una certa dose si spensieratezza come il giovane Tancredi ma non l'ormai anziano e stanco Principe Fabrizio.